sabato 13 settembre 2014

Incontro con l'autore n.1 - Giulia Carlentini

Giulia Crlentini, classe 1997, vive a Carlentini - non è uno scherzo :) , è un paese in provincia di Siracusa e, coincidenza, è anche il suo cognome- e inizia a scrivere racconti già dall'età di sei anni. Da sempre appassionata ai libri fantasy, pubblica il suo nel 2014, "Adversus Sol - Il male minore", suo romanzo d'esordio e primo libro di una trilogia.
Giulia mi ha gentilmente concesso un'intervista, che vi riporto qui di seguito. 

- Innanzitutto grazie per avermi dato l'opportunità di recensire il tuo libro e grazie per questa intervista. Come è nato Adversus Sol? C'è stato qualcosa che ti ha ispirata o all'improvviso hai avuto la "folgorazione" e ti sei vista la storia prendere forma nella tua mente?
Sono io a ringraziarti. Adversus Sol non è una storia che è nata all'improvviso, ma senz'altro sì, c'è qualcosa che mi ha ispirata e si è trattato di un sogno. Mi si mostrò davanti una parte fondamentale del mio romanzo, ovvero quella della rivelazione, quando il mondo sembra crollare addosso a Seyarh. Da sveglia, poi, la storia ha cominciato a svilupparsi, a prendere strade diverse e a volte difficoltose. Mi chiesi cos'era necessario affinché la scena apparisse nella mente del lettore con la stessa forza con cui si era mostrata a me e poi, pian piano, i personaggi hanno preso corpo e forma e si sono insinuati tra le parole spontaneamente.

- La trama era delineata fin dall'inizio o ha preso corpo a mano a mano, magari cambiando anche, mentre scrivevi?
Io credo che nessuno abbia già in mente quale piega prenderà la propria storia, perlomeno non io. Quando immagino un racconto, mi figuro solamente l'inizio e/o la fine, niente di più. Il resto viene man mano che si va avanti o addirittura che si scrive. Numerose scene sono apparse lì per lì e hanno soltanto aspettato che le afferrassi e le narrassi.

- Quanto di te c'è in Seyarh e quanto di Seyarh c'è in te?
Questa è una domanda che mi è stata posta spesso, perché si pensa che effettivamente i protagonisti debbano rispecchiare qualche peculiarità dello scrittore ed effettivamente, un po', è vero. In Seyarh ho messo quel pezzetto del desiderio che non soltanto io, ma tutti noi, abbiamo di proteggere il nostro prossimo e l'ho estremizzato quanto più ho potuto. Con Seyarh ho voluto enfatizzare quelle caratteristiche che, chi più chi meno, ciascuno possiede all'interno del proprio animo; facendone così un canone di purezza indiscussa.

- Domanda simile a quella sulla trama: Seyarh l'avevi immaginata così o ha preso forma scrivendo? Nel caso in cui l'ipotesi sia la seconda, quanto è cambiata da come l'avevi pensata inizialmente a come è arrivata poi alla fine del libro?
Innanzitutto devo dire che ho cercato di immaginarla nella sua completezza e nelle sue varie sfaccettature, sebbene non riuscii a prevedere come sarebbe andata a finire e sì, all'ultimo capitolo del primo libro l'ho trovata maturata e cambiata rispetto a quel che avevo progettato ancor prima di buttarmi nella scrittura. Dopotutto, in un mondo in guerra, il suo carattere non sarebbe mai potuto rimanere immutato, avrebbe subito qualche condizionamento, ma l'importante è che lei non ha mai tradito i suoi ideali, è sempre rimasta fedele a se stessa, nonostante tutto.

- Personalmente mi è piaciuta molto l'ambientazione, che ho definito simil- medievale poiché si intuisce questo dal modo di scrivere, dalle armi usate e dalla descrizione dei luoghi; ma non essendoci riferimenti ben precisi, ho ritenuto che comunque l'ambientazione potrebbe essere anche diversa ( un mondo simile alla Riddik, un ambito futuristico, ecc...). Questa, diciamo, libertà di collocazione da parte del lettore, è solo una mia impressione o è stata una scelta voluta?
L'ambientazione che avevo in mente era proprio quella simil-medievale, come hai giustamente notato; questo perché lo considero un periodo pieno di magia e quindi adatto a ospitare qualsiasi tipo di fantasy, tuttavia ho preferito lasciare libero il lettore, in questo senso. Credo che un romanzo fantastico debba permettere di spaziare e debba anche lasciare qualche dubbio irrisolto nella mente, come il fatto che queste storie possano essere avvenute realmente in un passato lontanissimo oppure in qualche altra zona temporale. Se verrà qualcuno che mi dirà di non essersi immerso nell'atmosfera del Medioevo ma in un futuro apocalittico in cui gli uomini imparano a usare la magia, io non mi opporrò nonostante non abbia immaginato la vicenda esattamente in questo modo. Spero di aver risposto esaurientemente alla tua domanda.
Certamente, hai soddisfatto la mia curiosità :)

- A parte Seyarh, che essendo la protagonista immagino tu ci sia molto affezionata, qual'è il personaggio che ami di più?
La scelta è ardua e combattuta fra Elnath e Senarco. Credo che li ami entrambi e non perché siano i miei protagonisti, ma per quell'aura di mistero che ho avvolto intorno a entrambi, facendo spiccare solo alcune peculiarità, dell'uno l'intelligenza e dell'altro la perfidia. Oppure, per quanto riguarda Senarco, perché è con lui che tutta la storia ha preso il suo avvio ed è lui che si è mosso affinché la verità venisse alla luce.

- In quanto tempo hai scritto Adversul Sol?
Sette mesi, se non ricordo male. Anche se alla fine della fase di scrittura c'è ancora molto da fare!

- Parliamo del tuo essere scrittrice; si tratta di un lavoro artistico e necessita comunque di ispirazione, ma tu personalmente come scrivi? Cioè lavori quando sei ispirata o comunque ti obblighi a metterti davanti alla pagina bianca e a far venire fuori le idee?
Dipende, perché io sono una persona strana e con me non funziona il semplice distico: ho ispirazione; non ho ispirazione. A volte essa è solo parziale e in quel caso mi metto davanti alla pagina bianca e il fervore per le parole e le azioni dei miei personaggi mi coglie man mano che vado avanti e con questo aumenta anche la velocità delle mie dita che corrono sulla tastiera. Se però è il caso in cui le idee non vengono fuori, allora ci rinuncio e rimugino su quell'azione per tanto tempo, fin quando non penso qualcosa di soddisfacente che rende il capitolo emozionante anche per me!

- Si sa che il mondo dell'editoria è un po' un luogo impervio dove farsi spazio non è per nulla semplice. Quanto è stata dura e come puoi descriverci la tua esperienza in questo ambito?
Di essere difficile, lo è stato; anche se la mia esperienza non è poi così vasta. Bisogna trovare una casa editrice disposta a puntare sugli esordienti e al giorno d'oggi non è facile. Io credo che sia necessario avere passione, perseverare e alla fine lo sforzo verrà premiato.

- Ultima domanda, a che punto sei con la seconda parte della trilogia?
Beh, Roberta, posso solo dirti che ho cominciato a scriverla e già ci sono stati degli sviluppi interessanti come delle battaglie inaspettate! Per il resto, nel frattempo, mi sfogo su qualche altro aspetto del fantasy, spero che tu possa capire presto di cosa sto parlando!

Ecco, adesso ho una curiosità pazzesca... Spero anch'io di capire presto di cosa stai parlando! ^-^
Grazie ancora per la disponibilità! :)
Ancora una volta, grazie a te per quest'intervista!

2 commenti: